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Ci sono momenti in cui la vita non gira come vorremmo. Momenti in cui discernere la realtà dalla deviata visione che ne abbiamo - spesso pessimistica, di rado ottimistica, mai realistica - è dannatamente difficile. A volte corro dietro a un desiderio che vorrei diventasse concretezza, altre mi lascio trasportare dalla fantasia in cerca di nuove storie da scrivere con la totale impossibilità di farlo, almeno in questo momento. Ci sono periodi così, in cui devi rivederti e decidere di progredire, di tramutarti in un essere in divenire.
Ammettere e riconoscere i propri limiti, affrontare i propri demoni, ritrovare il baricentro del nostro microcosmo.
La vita è così.
Ti concede tutto il tempo del mondo poi ti presenta il conto e tu puoi solo prenderne atto.
Puoi scegliere di agire o aspettare di toccare il fondo per vedere se, arrivato così in basso, sarai in grado di darti la spinta per una bella risalita.
La primavera per me arriva con le tuberose. Crochi, bucaneve, tulipani. È il simbolo del risveglio dal letargo, da sonni pesanti sotto la neve.
La primavera arriva sempre quando meno te l'aspetti: sai che è il 21 di marzo la scadenza, ma lei si fa sempre desiderare un po'. A volte arriva in anticipo, scappa per qualche giorno e ritorna, sorridente, vestita di quel sole pieno di cui sentiamo da mesi la mancanza. Come di una persona amata, di quella che diventa importante quanto respirare. Spiegare i petali a questo sole inaspettato e sorridere del colore che abbiamo addosso, ridere di gusto, con lo sguardo. Che è la cosa più bella che possiate fare, ridere con gli occhi e non solo con la bocca. A primavera il profumo dei fiori riempie l'aria e i polmoni, plasma l'aria e la città diventa un grande giardino. Il verde della campagna è brillante, in questi giorni. L'attraverso rapita, incantata da un verde che credevo esistesse solo nelle leggende irlandesi.
C'è una similitudine forte, tra la Pasqua e la Primavera. Cieco è chi non accetta questo periodo come transizione per evolversi.
La mia primavera si sta portando appresso sorrisi, nuove persone che sfiorano la mia esistenza e l'arricchiscono.
La soddisfazione arriva dalle piccole cose, dai grandi traguardi che ogni giorno cerco di raggiungere per migliorarmi come essere umano.
Sto imparando a essere grata per tutto ciò che la vita mi dona, che mi dà e che mi toglie. Non è un lavoro facile, ovviamente.
Rileggo Lezioni americane di Italo Calvino, affatico gli occhi tra le lacrime sui versi di Shelley e Byron, affilo la punta della matita tra le righe di Pessoa e di qualche poeta pizzicato a caso nella mia libreria. Quando si è in cerca di risposte, di un filo conduttore che colleghi tutti i puntini disseminati lungo il percorso dal destino (o dalla Vita, o da quello che volete voi), ogni cosa che leggiamo, costruiamo, facciamo, ci dona uno spunto di riflessione.
Per chi non avesse mai letto Lezioni Americane, il libro è un manuale di scrittura di ampio respiro, scritto da Calvino per una serie di lezioni che avrebbe dovuto tenere alla Harvard University.
Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto.
Non avere macigni sul cuore.
La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d’ogni possibilità di realizzazione.
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.