La stra-ordinarietà del quotidiano.
Nell’ultimo anno sono successe moltissime cose, qui. Ho presentato il mio primo romanzo sconfiggendo una paura folle di parlare in pubblico; ho scelto un’altra strada lavorativa, che mi permetesse di avere più tempo per fare ciò che amo, mettendomi in uno stato di utilità verso il prossimo.
Non so come ci sono arrivata, al punto di comprendere che nella vita potevo dare qualcosa di più, ma so per certo che ho mautrato quell’idea, quella certezza, circondandomi di persone che avevano fatto esattamente quello: costruire la vita dei propri sogni. Mi sono guardata intorno, ho inseguito i dettagli dei racconti di chi avevo davanti, ho lasciato raccontare tutti quelli a cui brillavano gli occhi mentre parlavano di ciò che amavano sopra ogni cosa.
Potrei parlare di ognuno di loro – toccate e fuga esistenziali, rapporti che si sono collaudati e sono diventati amicizie, collaborazioni lavorative, percorsi individuali di crescita – per ore, con la certezza di un unico, eclatante denominatore comune: hanno fatto della propria vita qualcosa di straordinario.
Lo straordinario è parte dell’ordinario viaggio di un eroe
Vi è mai capitato di andare in banca, dal panettiere, o alla drogheria sotto casa e trovarvi davanti persone che offrono sorrisi, raccontano di sé, vi danno una mano con la loro storia – a volte ne sono consapevoli, altre volte no – e poi, per ultimo, vi danno ciò che avete chiesto?
Un momento prima vi trovate spiazzati: non sapete bene cosa dire; un istante dopo, quando dovete andarvene, è come se vi trovaste con un piccolo vuoto colmato. Vorreste ringraziare, lo fate, ma nel vostro saluto c’è molto di più. Gratitudine per avervi concesso qualcosa: l’unicità di un istante di condivisione.
Io, tu, noi: eroi, non solo per un giorno
La parte più importante della definizione Treccani della parola “Eroe” è Protagonista. Non è importante di cosa (libri, opere teatrali etc), perché qui si parla di essere protagonisti della propria vita.
Spesso ci si sofferma alle grandi gesta letterarie: eroi che salvano città, che stanno in guerra dieci anni e fanno ritorno a casa tra mille peripezie; eroine moderne che partecipano agli Hunger Games e distruggono un intero sistema totalitario; eroine che scelgono la libertà all’amore. Oppure ci soffermiamo sugli eroi storici, vicini o lontani: gente comune che ha avuto la forza di cambiare il mondo nel quale viviamo oggi; persone morte per un ideale senza cambiare nulla, perché il mondo non era (è) ancora pronto a essere puro come lo sognavano loro.
Non li cito: ognuno ha i propri miti personali, fatti di un vissuto e un retaggio familiare e culturale individuale e soggettivo.
Cito però l’Eroe in quanto individuo in grado di scegliere la strada da intraprendere nella propria vita.
Esseri dalla vita comune che scelgono una missione, la compiono nello stra-ordinario e scelgono se rimanere lì oppure di fare ritorno a casa, nell’ordinario.
Apro una piccola parentesi su Jessica Jones, la signorina che vedete qui sopra. Avete visto la serie tv? Come moltissimi degli eroi Marvel, Jessica racchiude vizi e difetti, primo tra tutti il sarcasmo con cui tiene a debita distanza le persone e una spiccata propensione all’alcolismo. Eppure Jessica, nel suo essere un antieroe, è un eroe a tutti gli effetti: ha una missione e la porta avanti con ogni mezzo a propria disposizione.
They say everyone’s born a hero.
But if you let it, life will push you over the line until you’re the villain.
Problem is, you don’t always know that you’ve crossed that line.
Maybe it’s enough that the world thinks I’m a hero.
La parte più difficile è scegliere, perché scegliere significa prendere posizione, essere consapevoli e responsabili di ciò che ci accade. Quando scegliamo, smettiamo di delegare ogni cosa all’Universo che ci detesta, alla crudeltà del mondo e degli esseri umani. Quando scegliamo, determiniamo il corso degli eventi, lo spingiamo nella direzione che desideriamo. Certo, ci sono gli imprevisti, le difficoltà, gli ostacoli: ma smettiamo di avere un ruolo passivo nella nostra vita e diventiamo protagonisti.
Possiamo scegliere, abbiamo il dovere di farlo per prenderci una responsabilità verso noi stessi: quella di essere felici. Possiamo farlo un passo alla volta: può non esserci rottura, ma una continua, lenta trasformazione.
Vi auguro di essere un movimento continuo e costante, affinché diventiate gli eroi della vostra esistenza.
Guardarvi indietro, scoprirvi le mani piene, il cuore che scoppia di felicità, gli occhi ricchi di soddisfazione brillante sarà impagabile.
Io ci sto lavorando, con quel movimento lento che sa di barca a vela in mezzo al mare, a volte burrascoso, a volte una tavola piatta che ti lascia in secca per ore, giorni, settimane: voi a che punto siete del vostro viaggio?
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