L’importante è iniziare ed evitare il perfezionismo

Meglio fatto che perfetto.

Avevo pianificato la messa online del sito per il 20 novembre: sono in ritardo di una settimana. La colpa è del mio perfezionismo e anche se mi sono ripetuta decine – milioni – di volte che fatto è meglio di perfetto, ho lottato con le unghie e con i denti per zittire Miss Perfettini.

Ho pianto: per la prima volta mi sono resa conto che quel perfezionismo è nocivo, specie quando diventa un legame affettivo con ciò che stai costruendo. Ti frega, in un certo senso, perché non ti fa eliminare ciò che dovresti e non ti rende lucido mentalmente sulle scelte migliori da fare: proprio come accade con l’editing di un romanzo. 

La perfezione è un pregio, ma rischia di essere nociva quando diventa il motore della procrastinazione. 

Ci siamo sedute a tavolino, Miss Perfettini e io, e abbiamo deciso che lei doveva farsi da parte. Che c’erano cose che avevano la precedenza su altre e che, se avessimo voluto sistemare ogni cosa, saremmo tornate online a gennaio, molto probabilmente. E nella mia strategia di business, gennaio è un mese determinante, per cui dovevamo già essere pronte per quel momento.

Così abbiamo stabilito la priorità: far emergere il mio personal branding senza un servizio fotografico professionale (investimento già previsto per il 2018).

  • Mancavano le mie sales page, così dovevano andare online le mie pagine servizi, scritte quando il blog era ancora online.
  • Creare un visual idoneo alla mia nuova identità online di consulente di comunicazione.
  • Riscrivere i testi delle mie pagine statiche.
  • Dare nuova vita alla sezione dedicata ai miei libri: coerente con tutto il resto e al contempo non preponderante o invadente.
  • Rivedere l’architettura del sito.

Allontanarsi dalla tabella di marcia e annichilire il perfezionismo

Ho scelto di raccontare chi sono e cosa faccio mostrando quello che considero il mio mondo interiore, fatto di cose semplici, spazi aperti, viaggi eroici e ricerca di una lentezza ancora sfuggente.

Ho scelto la trasparenza dei prezzi: perché è giusto che il valore del mio lavoro sia scritto nero su bianco, sia per me che per chi sceglierà di lavorare con me. Le consulenze sono personalizzate eppure un prezzo di partenza o, dove possibile, un prezzo fisso, è sinonimo di professionalità e correttezza. Si chiama trasparenza di mercato e nella mia visione di comunicazione etica, c’è anche questo. Comprereste qualcosa senza conoscere il suo valore?

Ho scelto di raccontare il mio approccio a ogni singolo servizio: perché sapere chi abbiamo davanti e come si rapporta con il suo lavoro è fondamentale nella scelta di un consulente piuttosto di un altro.

Ho scelto l’autenticità: scrivere per me è naturale, è qualcosa che mi contraddistingue. Avrei potuto omettere il fatto che scrivo narrativa fantastica, che mi piace parlare di libri e scrittura, che adoro guardare film e parlare di storia, mitologia e folklore. Sono dettagli per me importanti, perché è in queste piccole cose – le sfumature, appunto – che si trova il valore aggiunto di ogni business.

Il prossimo step è la riorganizzazione dei contenuti del blog, ma ve ne parlo la prossima volta.

Quali sono le priorità della vostra strategia di comunicazione?

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