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Quando siamo fortunati il fantastique diventa una mappa, una guida ai territori dell’immaginazione, perché la funzione della letteratura fantastica è quella di mostrarci il mondo che conosciamo, ma visto da una prospettiva diversa.
- Neil Gaiman
Uno degli errori più grandi che ho fatto da lettrice, è stato - per parecchi anni - quello di giudicare un romanzo senza conoscerlo. A partire dalla pubblicazione della saga di Twilight, per la quale gridai allo scempio della figura del vampiro e piansi lacrime di sangue, ho iniziato a riflettere su ciò che la letteratura ci porta in dono. Ci sono archetipi letterari che perdurano e che si rinnovano per raccontare (e riflettere) lo spirito del proprio tempo, ma la loro insindacabile natura resta inalterata. Vale per il viaggio dell'eroe; vale per il viaggio dell'eroina e persino per il mito: ciò che sopravvive del mito, delle grandi storie, è ciò che continua a parlare alla nostra anima e al nostro incoscio nei secoli dei secoli. In modo molto pragmatico, per citare ancora una volta Neil Gaiman:
La versione di una storia che sopravvive è quella che funziona, le altre muoiono e vengono dimenticate.
La letteratura si basa sul gusto personale del lettore, costruito sul suo vissuto e sulle sue esperienze. È inevitabile che i premi letterari e le recensioni possano apparire fuorvianti. Una recensione da critica letteraria non parla di emozioni, ma di contenuto e forma narrativa. Non parla del sentito del lettore, ma di ciò che - in modo piuttosto oggettivo ed evidente - si manifesta tra le pagine del romanzo. Le uniche recensioni che ci appagano come lettori sono quelle dei nostri opinion leader di fiducia, quelli che hanno gusti simili ai nostri e un terreno emotivo comune. Con l'arrivo dei book-blogger (e poi dei booktuber e dei booktooker ora), finiamo con il ritrovarci davanti a recensioni tutte molto simili tra loro. Quante volte ti è capitato di leggere recensioni che non riuscissero a darti informazioni davvero interessanti sul romanzo che volevi acquistare? Quante volte ti sei affidata alle recensioni degli acquirenti su Amazon (con il giusto discernimento) e su quelle di Goodreads? Io parecchie, specie quando devo fare ricerca per i titoli da introdurre in un nuovo laboratorio di libroterapia umanistica.
La mia difesa contro il mondo degli adulti era leggere più che potevo. Leggevo tutto quello che mi capitava fra le mani, che lo capissi o meno. Era un’evasione. Ovvio che lo fosse: C.S. Lewis ha saggiamente fatto notare che le uniche persone che di solito inveiscono contro le evasioni sono i carcerieri. Ma imparavo, guardavo le cose attraverso altri occhi, sperimentavo punti di vista diversi dal mio. Sviluppavo l’empatia, imparavo a comprendere che le diverse incarnazioni dell’«io» nelle storie che leggevo, e che non erano me, erano reali, e mi permettevano di imparare dai loro errori. E sapevo già allora, come lo so oggi, che per essere vere le cose non hanno bisogno di essere accadute.
- Neil Gaiman
La critica letteraria tende a definire la letteratura d'evasione come una letteratura di serie B. Da quanti anni si chiede un Nobel alla Letteratura a Stephen King, a vuoto? L’horror e il fantasy (in forma di fumetti o altro) spesso sono considerati semplicemente letteratura di evasione.Proprio per questo, la letteratura di evasione è per noi importante: ci permette di evadere dalla prigione in cui ci troviamo e ci riporta tra le sue sbarre con nuovi strumenti per uscirne. Ancora una volta.
L'horror e, più in generale, il fantastico, sono il terreno su cui si basa il concetto di "letteratura di evasione", quella dove l'elemento fantastico o soprannaturale diventa una chiave interpretativa (spesso, una metafora) per sondare tematiche ed emozioni profonde. Eppure, l'elemento fantastico, induce i più a credere che siano romanzi di serie B, per adolescenti con la voglia di sognare e per adulti mai cresciuti. Ma il fantastico fa parte della natura umana e della sua immaginazione. Fantastico è l'Orlando Furioso. Fantastico è la Divina Commedia ma anche la cerca del Graal e la saga di Re Artù. Fantastico è il mito stesso, ma anche il Faust di Goethe, il diavolo dei Fratelli Karamazov o quello de Il Maestro e Margherita.
Parlo a King della mia teoria, che quando la gente del futuro vorrà farsi un’idea di com’era il mondo dal 1973 a oggi, si rivolgerà ai libri di King. È maestro nel riflettere il mondo che vede, e trasferirlo sulla pagina. L’ascesa e la caduta del VCR, l’arrivo di Google e degli smartphone. C’è tutto, dietro i mostri e la notte, e li rende più veri.
- Neil Gaiman
L’horror si sviluppa come genere letterario durante il Romanticismo. In questo periodo crescono il gusto per il mistero, il fantastico e il soprannaturale come contrapposizione ad anni di forzato Illuminismo.
Alla fine del Settecento, il romanzo horror prende vita grazie alle ghost story con “Il castello di Otranto” di Horace Walpole. Nell’Ottocento, “Frankenstein” di Mary Shelley e “Dracula” di Bram Stoker danno vita al filone fantastico, costruendo le basi per ciò che avverrà con il loro successore: Edgar Allan Poe. Mary Shelly e Bram Stoker sviluppano le proprie opere concentrandosi sulla paura dell’ignoto, di creature non umane: da cause esterne all’uomo. Edgar Allan Poe, Robert Louis Stevenson e Oscar Wilde lavorano invece sull’introspezione, sfruttando la componente orrorifica come parte dell’animo umano. Robert W. Chambers – autore de “Il Re in Giallo” – inizia a sondare la psiche umana con l’introduzione di elementi sovrannaturali che ne corrompono l’integrità. Dalla sua raccolta di racconti prende vita l’intera opera narrativa di H. P. Lovecraft legata al ciclo del Necronomicon.
H. P. Lovecraft era, in un certo senso, lo Stephen King di inizio Novecento. Come lui, ed Edgar Allan Poe, traeva spunto dai propri incubi. Nelle sue opere è molto forte il legame con l'inconscio, con il misticismo e l'astrologia. Lovecraft, più che subire le influenze di Poe, venne folgorato dalla prosa e dalle tematiche di Robert W. Chambers, autore della raccolta Il Re in giallo (1895) alla quale è ispirata la prima stagione della serie televisiva True Detective. Per assurdo, è però Lovecraft a essere ricordato come uno dei capostipiti del genere fantastico (horror, fantasy e fantascienza), anziché Chambers, che all'attivo aveva un consistente numero di opere pubblicate.
H. P. Lovecraft non era apprezzato dalla critica del suo tempo. Il richiamo di Chtulhu venne rifiutato in quanto definito troppo straniante ed eccentrico per i canoni dell'epoca.
La sua produzione letteraria non godette mai di buona fama, se non dopo la sua morte.
Lovecraft cercò in ogni modo di trovare esempi illustri del genere del quale divenne il simbolo: il weird tale, una narrazione post-gotica che - in verità - aveva ben poco a che vedere con i nomi illustri di cui pretendeva essere l'erede. Il Necronomicon è chiaramente ispirato a Il Re in giallo; le Iadi sono una costellazione molto cara all'immaginario di Chambers e riutilizzata da Lovecraft, così come la figura di Hastur; il Segno in giallo è una delle maledizioni più spietate del panorama di Chambers con implicazioni semiotiche importanti. L'unica differenza tra i due autori risiede nell'utilizzo della figura femminile: per Lovecraft è un veicolo di seduzione e di contatto con entità occulte; per Chambers, incarnano la donna del suo tempo, in lotta con le ingiustizie e le prevaricazioni dell'epoca.
Il mistero e il terrore scritti da Chambers sono molto simili a quelli creati da Poe. Si rifanno a una letteratura evocativa, ricca di suspance romantica. Località esotiche, la semiologia di un simbolo, come ne La Maschera della morte rossa di Poe. Tuttavia, Chambers, che nasce pittore, dipinge come un impressionista stati d'animo e orrore, mentre Poe - e successivamente Lovecraft - generano il mistero grazie a uno straniamento generato dalla penetrazione dello straordinario nel reale.
Nel passaggio tra l'Ottocento e il Novecento, la letteratura affronta le paure dell'uomo: è l'età del crepuscolo, il momento del declino dell'epoca vittoriana.
L’horror moderno si accompagna al nome di Stephen King, che con i suoi romanzi contemporanei riporta l’orrore nella dimensione quotidiana, lasciando al lettore la straniante sensazione che ci sia qualcuno nell’armadio o sotto il letto. Che l’orrore prenda vita da una banale serie televisiva e invada l’intero quartiere. Che si nasconda dietro l’angolo, in quel villaggio appena incontrato lungo la strada.
Horror film don’t create Fear.
They release it.
– Wes Craven
L’horror deve fare paura.
Fa leva sul nostro inconscio (collettivo ma non solo) e trova sfogo in timori ancestrali, condizionati dall’avvento di fenomeni inspiegabili. Il genere horror destabilizza le certezze dello spettatore/lettore. Quando l’irrazionale prende il sopravvento, il corto circiuto mentale che ne scaturisce provoca reazioni incontrollate e inaspettate.Non parlo degli effetti speciali da jumpscare, quel momento in cui sobbalziamo sulla sedia mentre guardiamo un film horror, ma di emozioni che ci inquietano.
Una storia horror funziona nel momento in cui una delle paure radicate nell’inconscio viene risvegliata.
Una vera storia horror ha altri tre ingredienti fondamentali: la suspense, un ottimo utilizzo della tensione narrativa e un elemento soprannaturale. Senza di esso, l’horror si trasformerebbe in un thriller. L’effetto straniante in cui viene proiettato lo spettatore a causa dell’elemento fantastico, lo pone in un’ottica disollievo al ritorno nella realtà.Al contempo, la catarsi può non avvenire, ma l'horror ci permette di sondare paura, terrore e disgusto attraverso i propri archetipi, i propri topos letterari e le decine di sfumature che questi possono assumere all'interno della narrazione.
Dicevo: Lovecraft cercò esempi illustri e trovò Chambers.
Per accreditare il proprio lavoro, per fare in modo che quegli strani racconti che nessuno apprezzava trovassero un connotato artistico preciso.
Oggi leggiamo Lovecraft e lo riteniamo un genio del suo tempo, un precursore, un letterato all'avanguardia.
Lo infiliamo tra i classici da leggere.
Eppure Lovecraft ha creato da zero un movimento collegando a esso opere e autori ben lontani dalla sua prosa, dai quali ha attinto a piene mani.
Leggiamo Lovecraft e dimentichiamo Chambers; tra trent'anni, forse, leggeremo Twilight e dimenticheremo Dracula.
D'altra parte, come lettrici, abbiamo diversi diritti. Conosci i dieci diritti imprescrittibili del lettore di Daniel Pennac, tratti da Come un romanzo?
Nel suo decalogo, Pennac cita il diritto di leggere qualsiasi cosa ma, soprattutto, il diritto al bovarismo; la capacità di scegliere un libro per estraniarci dalla realtà.
Così si annulla l'indispensabileutilità sociale della letteratura che divide l'alta letteratura dalla spazzatura. Lovecraft era spazzatura, quando era in vita: oggi lo leggiamo come capostipite di un intero genere letterario.
Ogni romanzo è figlio dello spirito del proprio tempo, è una storia all'interno della Storia.
In una letteratura che riteniamo troppo facilmente di intrattenimento, forse si nasconde il prossimo Lovecraft.
E allora riprendiamoci il diritto al bovarismo.
Questo è solo l'inizio di un viaggio straordinario, quello di Creature. È il laboratorio di libroterapia umanistica che ti accompagna alla (ri)scoperta del genere horror contemporaneo e delle grandi domande esistenziali che può far nascere in ognuna di noi. Partiremo dall'antica Grecia e dal mito per capire in che modo l'orrore e le sue creature hanno preso piede nel nostro immaginario collettivo, per poi tuffarci nelle letture moderne per attraversare gli orrori dell'ultimo secolo. Farai parte del gruppo?
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.