Parole d'ordine: visione, creatività, anticonformismo.
Quando siamo fortunati il fantastique diventa una mappa, una guida ai territori dell’immaginazione, perché la funzione della letteratura fantastica è quella di mostrarci il mondo che conosciamo, ma visto da una prospettiva diversa.
– Neil Gaiman
La critica letteraria tende a definire la letteratura d'evasione come una letteratura di serie B. Da quanti anni si chiede un Nobel alla Letteratura a Stephen King, a vuoto? L’horror e il fantasy (in forma di fumetti o altro) spesso sono considerati semplicementeletteratura d’evasione. Proprio per questo, la letteratura di evasione è per noi importante: ci permette di evadere dalla prigione in cui ci troviamo e ci riporta tra le sue sbarre con nuovi strumenti per uscirne. Ancora una volta.
La mia difesa contro il mondo degli adulti era leggere più che potevo. Leggevo tutto quello che mi capitava fra le mani, che lo capissi o meno. Era un’evasione. Ovvio che lo fosse: C.S. Lewis ha saggiamente fatto notare che le uniche persone che di solito inveiscono contro le evasioni sono i carcerieri. Ma imparavo, guardavo le cose attraverso altri occhi, sperimentavo punti di vista diversi dal mio. Sviluppavo l’empatia, imparavo a comprendere che le diverse incarnazioni dell’«io» nelle storie che leggevo, e che non erano me, erano reali, e mi permettevano di imparare dai loro errori. E sapevo già allora, come lo so oggi, che per essere vere le cose non hanno bisogno di essere accadute.
– Neil Gaiman
L'horror e, più in generale, il fantastico, sono il terreno su cui si basa il concetto di "letteratura di evasione", quella dove l'elemento fantastico o soprannaturale diventa una chiave interpretativa (spesso, una metafora) per sondare tematiche ed emozioni profonde. Eppure, l'elemento fantastico, induce i più a credere che siano romanzi di serie B, per adolescenti con la voglia di sognare e per adulti mai cresciuti.
Ma il fantastico fa parte della natura umana e della sua immaginazione. Fantastico è l'Orlando Furioso. Fantastico è la Divina Commedia ma anche la cerca del Graal e la saga di Re Artù. Fantastico è il mito stesso, ma anche il Faust di Goethe, il diavolo dei Fratelli Karamazov o quello de Il Maestro e Margherita.
Parlo a King della mia teoria, che quando la gente del futuro vorrà farsi un’idea di com’era il mondo dal 1973 a oggi, si rivolgerà ai libri di King. È maestro nel riflettere il mondo che vede, e trasferirlo sulla pagina. L’ascesa e la caduta del VCR, l’arrivo di Google e degli smartphone. C’è tutto, dietro i mostri e la notte, e li rende più veri.
– Neil Gaiman
L’horror si sviluppa come genere letterario durante il Romanticismo. In questo periodo crescono il gusto per il mistero, il fantastico e il soprannaturale come contrapposizione ad anni di forzato Illuminismo.
Alla fine del Settecento, il romanzo horror prende vita grazie alle ghost story con Il castello di Otranto di Horace Walpole. Nell’Ottocento, Frankenstein di Mary Shelley e Dracula di Bram Stoker danno vita al filone fantastico, costruendo le basi per ciò che avverrà con il loro successore: Edgar Allan Poe.
Mary Shelly e Bram Stoker sviluppano le proprie opere concentrandosi sulla paura dell’ignoto, di creature non umane: da cause esterne all’uomo. Edgar Allan Poe, Robert Louis Stevenson e Oscar Wilde lavorano invece sull’introspezione, sfruttando la componente orrorifica come parte dell’animo umano.
Robert W. Chambers – autore de Il Re in Giallo, una raccolta di racconti alla quale è ispirata la prima stagione della serie televisiva True Detective – inizia a sondare la psiche umana con l’introduzione di elementi sovrannaturali che ne corrompono l’integrità. Il mistero e il terrore scritti da Chambers sono molto simili a quelli creati da Poe. Si rifanno a una letteratura evocativa, ricca di suspance romantica. Località esotiche, la semiologia di un simbolo, come ne La Maschera della morte rossa di Poe. Tuttavia, Chambers, che nasce pittore, dipinge come un impressionista stati d'animo e orrore, mentre Poe - e successivamente Lovecraft - generano il mistero grazie a uno straniamento generato dalla penetrazione dello straordinario nel reale.
È proprio dalla raccolta de Il Re in Giallo che prende vita l’intera opera narrativa di H. P. Lovecraft legata al ciclo del Necronomicon. Le Iadi sono una costellazione molto cara all'immaginario di Chambers e riutilizzata da Lovecraft, così come la figura di Hastur; il Segno in giallo è una delle maledizioni più spietate del panorama di Chambers con implicazioni semiotiche importanti. L'unica differenza tra i due autori risiede nell'utilizzo della figura femminile: per Lovecraft è un veicolo di seduzione e di contatto con entità occulte; per Chambers, incarnano la donna del suo tempo, in lotta con le ingiustizie e le prevaricazioni dell'epoca. Nelle opere di H. P. Lovecraft è molto forte il legame con l'inconscio, con il misticismo e l'astrologia. Lovecraft cercò in ogni modo di trovare esempi illustri del genere del quale divenne il simbolo: il weird tale, una narrazione post-gotica che - in verità - aveva ben poco a che vedere con i nomi illustri di cui pretendeva essere l'erede. Ed è lui a a essere ricordato come uno dei capostipiti del genere fantastico (horror, fantasy e fantascienza), anziché Chambers, che all'attivo aveva un consistente numero di opere pubblicate. H. P. Lovecraft non era apprezzato dalla critica del suo tempo: Il richiamo di Chtulhu venne rifiutato in quanto definito troppo straniante ed eccentrico per i canoni dell'epoca. La sua produzione letteraria non godette mai di buona fama, se non dopo la sua morte.
Nel passaggio tra l'Ottocento e il Novecento, la letteratura affronta le paure dell'uomo: è l'età del crepuscolo, il momento del declino dell'epoca vittoriana.
L’horror moderno si accompagna al nome di Stephen King, che con i suoi romanzi contemporanei riporta l’orrore nella dimensione quotidiana, lasciando al lettore la straniante sensazione che ci sia qualcuno nell’armadio o sotto il letto. Che l’orrore prenda vita da una banale serie televisiva e invada l’intero quartiere. Che si nasconda dietro l’angolo, in quel villaggio appena incontrato lungo la strada.
Horror film don’t create Fear.
They release it.
– Wes Craven
L’horror deve fare paura.
Fa leva sul nostro inconscio (collettivo ma non solo) e trova sfogo in timori ancestrali, condizionati dall’avvento di fenomeni inspiegabili. Il genere horror destabilizza le certezze dello spettatore/lettore. Quando l’irrazionale prende il sopravvento, il corto circuito mentale che ne scaturisce provoca reazioni incontrollate e inaspettate. Non parlo degli effetti speciali da jumpscare, quel momento in cui sobbalziamo sulla sedia mentre guardiamo un film horror, ma di emozioni che ci inquietano.
Una storia horror funziona nel momento in cui una delle paure radicate nell’inconscio viene risvegliata.
Una vera storia horror ha altri tre ingredienti fondamentali: la suspense, un ottimo utilizzo della tensione narrativa e un elemento soprannaturale. Senza di esso, l’horror si trasformerebbe in un thriller. L’effetto straniante in cui viene proiettato lo spettatore a causa dell’elemento fantastico, lo pone in un’ottica di sollievo al ritorno nella realtà. Al contempo, la catarsi può non avvenire, ma l'horror ci permette di sondare paura, terrore e disgusto attraverso i propri archetipi, i propri topos letterari e le decine di sfumature che questi possono assumere all'interno della narrazione.
Stephen King individua alcuni archetipi della letteratura dell’orrore. Sono da sempre presenti, dal mito ai giorni nostri, e ci portano a riflettere sulle più antiche paure dell’uomo. A provare emozioni legate a questo genere: orrore, terrore, disgusto e destabilizzazione. Sempre in Danse Macabre, Stephen King individua i 4 archetipi principali della letteratura dell’orrore.
La letteratura dell'orrore risponde sempre a un solo tema: quello dell'immortalità, in tutte le sue accezioni e sfumature.
Leggere romanzi dell’orrore ci permette, come spesso accade, di interpretare la realtà attraversando un tunnel nero. Tolkien chiamava il fantastico “il mondo altro”: quello dell’horror, è un mondo altro dalle tinte cupe.
Perché leggere romanzi dell’orrore?
Se penso ai grandi classici della letteratura che mi sono rimasti nel cuore, non posso fare a meno di citare romanzi gotici precursori o capostipiti di quello che oggi è il genere horror. Durante il periodo scolastico non c’era niente di più bello che avere tra le mani romanzi che mai e poi mai avrei sfogliato di mia iniziativa e che poi, sono riusciti a conquistarmi.
La letteratura dell'orrore risponde sempre a un solo tema: quello dell'immortalità, in tutte le sue accezioni e sfumature.
Questo è solo l'inizio di un viaggio straordinario, quello che ho creato per Creature.
È il laboratorio di libroterapia umanistica che ti accompagna alla (ri)scoperta del genere horror contemporaneo e delle grandi domande esistenziali che può far nascere in ognuna di noi. Partiremo dall'antica Grecia e dal mito per capire in che modo l'orrore e le sue creature hanno preso piede nel nostro immaginario collettivo, per poi tuffarci nelle letture moderne per attraversare gli orrori dell'ultimo secolo. Farai parte del gruppo?
Alla riscoperta di un simbolo di emancipazione e indipendenza.
Scopri i punti di forza del tuo stile di marketing, diventa riconoscibile per essere indimenticabile. Rispondi al quiz gratuito e riceverai un piano d’azione per creare con gioia e passione un business fiorente.
Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.