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Si parla moltissimo di equilibrio tra vita privata e lavoro ma, per sua natura, la definizione di equilibrio è qualcosa di precario e instabile, qualcosa che subisce continue fluttuazioni. A me piace pensare all'integrazione di questi due aspetti, perché è innegabile che l'uno sia strettamente legato all'altro.
Quando siamo stanche, anche l'efficienza e la produttività calano. Quando siamo preoccupate, spesso quei pensieri ce li portiamo anche al di fuori del nostro business. E così, allo stesso modo, condividiamo successi e fallimenti con chi ci sta accanto. Ancora, l'imprevisto lavorativo può impattare sulla vita privata e vale lo stesso quando capita un imprevisto privato che scombina la nostra agenda perfetta.
Ci sono voluti 4 o 5 anni per arrivare a lavorare 4 ore al giorno, ma ce l'ho fatta. Ci sono periodi di attività più intensi dove a volte lavoro anche al mattino, ma in linea di massima tendo a restare in una routine lavorativa pomeridiana. Questo perché la mia energia è molto più alta a partire da dopo pranzo rispetto alla fascia mattutina. Voglio dirti che nei primi anni del mio business non era affatto così. Il primo anno di partita IVA avevo ancora un contratto con la mia azienda ed ero una slash worker. Il mio modello di business non poteva prevedere consulenze ma solo lavoro di back office perché il lavoro in ufficio era prima a tempo pieno, sino a quando non sono riuscita a farmi concedere un part-time settimanale in cui il mio orario era in fascia mattutina per lasciare poi spazio al mio business nel pomeriggio. In ogni caso, sino a quando non ho lasciato il lavoro da dipendente, non conoscevo orari né week-end. Dedicavo ogni secondo e minuto libero alla mia attività, al marketing, alla comunicazione e alla formazione. Per crescere, fare esperienza, farmi conoscere, portare la mia visione lavorativa nel mondo.
Questo lo dico perché spesso crediamo che chi raggiunge certi risultati non abbia fatto sacrifici, ma non è così. Dietro storie di cambiamento c'è sempre la fatica, perché cambiare è complicato, servono prove e molte cadute per capire cosa fa per noi e in che modo fare meglio. Il cambiamento è un processo continuo e non una meta.
Come ogni metodo organizzativo, credo che ognuno di noi debba trovare la propria strada. Ecco cos'ho fatto io per arrivare a ottenere sostenibilità anche nell'organizzazione del mio business.
Ci sono alcuni consigli aggiuntivi che mi sento di darti.
Ecco una lista degli strumenti che amo utilizzare nell'organizzazione della mia vita lavorativa.
Oltre all’agenda cartacea – di cui non posso fare a meno – utilizzo strumenti digitali e non per organizzarmi al meglio.
L'organizzazione non è un processo statico e sempre uguale a sé stesso. È un metodo che si affina, che si adatta e plasma alle circostanze esterne, ma che - proprio per il suo essere fluido con i propri capisaldi - ci permette di uscire indenni e con ancora una buona dose di energie anche dai periodi più duri. Ho scritto anche un articolo sulle aree più importanti su cui portare l'attenzione nella vita da freelance. Lo trovi qui.
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.