Parola d’ordine: struttura.
Siamo nel 1634, in Olanda. È un momento di grande espansione economica, per i Paesi Bassi, e la richiesta di tulipani è in vertiginoso aumento. I tulipani, importati dalla Turchia, diventano una tendenza di moda per nobili e borghesi. Ma Madre Natura ha tempi diversi da quelli dell’uomo. La domanda di fiori supera l’offerta e, quello che accade in un mercato quando la domanda cresce, è l’aumento dei prezzi.
I tulipani diventano il quarto principale prodotto d’esportazione dopo il gin, le aringhe e il formaggio. La passione degli olandesi per i tulipani cresce così tanto che le normali attività del paese vengono trascurate.
Tutti vogliono vendere - commerciare - tulipani. La mania cresce e i prezzi aumentano a dismisura. Un bulbo di tulipano viene venduto per dodici acri di buona terra edificabile ad Haarlem. Un altro viene pagato 4600 fiorini, circa diecimila dollari odierni. Nel 1636 tutte le principali città olandesi hanno una Borsa dei tulipani, del tutto simili alle nostre Piazze Affari.
Tutti si gettano nel mercato dei tulipani, convinti che la passione per questi delicati fiori non finirà mai e che valicherà i confini dell'Olanda per travolgere il mondo intero. Convinti che la febbre da tulipani possa trasformare ogni cittadino olandese in un cittadino ricco. Ricchissimo.
Il mondo continua a non capire, però, perché in Olanda tutti vendano proprietà, terreni e ricchezze per dei semplici bulbi di tulipani che possono benissimo essere scambiati per cipolle. Il resto del mondo non si fa contagiare dalla bolla dei tulipani e l'economia olandese crolla, dopo un’asta andata a vuoto e bulbi acquistati a peso d’oro.
Se ci pensi, è un po' come le bolle speculative (per esempio, la bolla immobiliare dei Subprime che portò alla crisi degli Stati Uniti nel 2008) dove non si spiega mai che il valore del bene acquistato può anche scendere, non solo salire. Le bolle possono scoppiare e quando le bolle scoppiano, i tulipani marciscono nei magazzini.
Ho pensato a tutte le bolle di oggi, che sono settori o nicchie di mercato sempre più affollate. E sature. Bolle speculative, perché chi ci entra è convinto di poter diventare ricchissimo. O comunque, fare soldi facili.
Quanti prodotti o servizi che oggi sono sulla cresta dell’onda, domani resteranno invenduti nei magazzini a prendere polvere? La risposta sembra semplice: vendere servizi e prodotti per i quali esiste una richiesta di mercato. Ma se la domanda ancora non esiste? Se il tuo pubblico ancora non sa di avere bisogno proprio di quello che vendi tu, nel modo in cui lo fai tu? O se, al contrario, quello che vuoi vendere tu è già proposto in decine di modi possibili?
La risposta diventa complessa, ma davvero interessante. Perché, a quel punto, non venderai più servizi o prodotti, ma esperienze. Sogni. Desideri. Possibilità. Cambiamento.
Venderai qualcosa di desiderabile perché unico, impossibile da imitare nella sua essenza. Venderai mostrando qualcosa di possibile e realizzabile, con un marketing che si muove per l’espansione. Non nella contrazione generata da paura e scarsità.
Ora prova a visualizzare la tua cliente ideale e anziché pensare ai suoi bisogni, a ciò che le manca, alle sue paure, fatti queste domande.
Facciamo anche un esercizio di immaginazione per forare la tua bolla.
Non porre limiti alla creatività e annota tutto ciò che sarebbe nella tua proposta se non ci fosse alcun tipo di ostacolo (oggettivo o presunto). Scrivi tutto quello che ti viene in mente per quindici minuti. Senza staccare la penna dal foglio.
Analizza il tuo mercato di riferimento per capire in che modo sta evolvendo. Puoi farlo con un’analisi SWOT.
Neil Gaiman nel suo saggio Questa non è la mia faccia dice:
“Provocare esplosioni è il lavoro dei creativi. Compito degli studiosi è girare intorno al sito bombardato, raccogliere le schegge, cercare di capire di che tipo di esplosione si sia trattato, chi è rimasto ucciso, quanti danni si volevano provocare e di quanto ci si è avvicinati a questo obiettivo. Come scrittore, sono molto più a mio agio a far esplodere piuttosto che a parlare di esplosioni."
E tu, quali esplosioni vuoi provocare nel tuo pubblico?
Per creare esplosioni, forare la bolla e realizzare la tua visione, ecco cosa puoi fare:
Per approfondire il tema delle bolle speculative, puoi guardare questi film:
Da bisogno a desiderio; da target a persona.
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.