Leggere rende (più) felici.
Puoi ascoltare Volteggio, la puntata di Connessioni e poi (ri)studiarla leggendo il testo.
“Quante volte siete stati convinti a comprare qualcosa in tv che non vi serviva? Quante volte qualcuno vi ha spinto a fare qualcosa che non avreste voluto fare? Quante volte la vostra decisione ha dovuto cedere il passo a qualcun altro?
Stiamo parlando del 1984.
L’anno in cui, disse George Orwell, saremmo stati convinti a credere che 2 più 2 fa 5. La sua storia ci ha dimostrato che si può controllare la mente.”
Ed è il 1984 quando Guy Laliberté, Gilles Ste-Croix e Daniel Gauthier danno vita a Cirque du Soleil. Sino a quel momento, l’industria circense è satura e le espansioni di mercato, limitate.
Ma quello che accade, nel 1984, è qualcosa di straordinario, rivoluzionario, inimmaginabile. Cirque du Soleil diventa l’esempio portante della Strategia Oceano Blu, scritta da W. Chan Kim e Renée Mauborgne nel 2005.
Gli oceani blu sono spazi di mercato che non esistono. Spazi creati su una domanda sopita del pubblico. O non ancora esistente. Per creare oceani blu serve immaginazione, ma non solo. Serve anche analisi per potersi staccare dagli oceani rossi, carichi di competizione, e scivolare in acque placide. E poi serve avere coraggio. Coraggio di cambiare, di rompere gli schemi. Di rischiare.
Inizia così, la prima sfida di Cirque du Soleil per rompere il tetto di cristallo.
Quello che accade, sottraendo e aggiungendo, è qualcosa di inimitabile. Cirque du Soleil innalza l’esperienza al suo massimo potenziale, aumentando così anche il prezzo del biglietto.
Keyvan Paymani, chief brand officer del Cirque du Soleil, in un’intervista a Forbes successiva alla pandemia ha dichiarato:
“Miriamo a promuovere una scintilla di immaginazione, un tocco di meravigliosa stranezza e quell'intangibile elemento di sorpresa per creare qualcosa di veramente straordinario. Questo è il fulcro del nostro marchio e il fulcro di ciò che i nostri fan si aspettano da noi.”
Ogni brand mira a catturare il cuore e la mente, l’immaginazione e i desideri. L’aspirazione è sempre quella di provocare una trasformazione radicale. O, quanto meno, una trasformazione - all’apparenza anche piccola - che possa diventare tempesta.
E tu, come porti stupore e meraviglia nella vita del tuo pubblico?
La seconda sfida di Cirque du Soleil si presenta durante la sua espansione tra gli Anni ‘90 e 2000. Lo spettacolo ha più di 4.000 dipendenti provenienti da più di 40 Paesi. Questo porta l’organizzazione ad affrontare problemi di diversità culturale e ambientale, barriere linguistiche, insoddisfazione negli artisti per i lunghi periodi passati lontani dalle famiglie. La direzione prova a decentralizzare la sede, ma i costi sono troppo alti, ed è costretta a ritornare alla sede principale, in Canada.
In più, a seconda del bagaglio culturale, il messaggio comunicato può essere molto diverso. E Cirque Du Soleil si trova a gestire stereotipi e pregiudizi. La domanda è quindi: come sostenere l’espansione? Come sfruttare tutto questo potenziale creativo? Come costruire un’attività che sia veloce, capace e innovativa senza lasciarsi sopraffare?
La terza sfida di Cirque Du Soleil, dettata dalla pandemia, è quella di molte altre imprese che vivono della vita fuori dalla rete: sopportare l’impatto della chiusura di lungo periodo. Nel marzo 2020 viene licenziato il 95% dello staff e, successivamente, Cirque Du Soleil dichiara la bancarotta, a cui segue una ristrutturazione aziendale.
Per rendere sostenibile la tua attività e affrontare sfide all’apparenza insormontabili, come quelle di Cirque du Soleil - o una pandemia mondiale - ecco cosa puoi fare:
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.