Modi ecologici per leggere.
La lettura per me è un luogo fisico - una poltrona accogliente - e ha una stagione specifica: l’estate. Ricordo con esattezza ogni luogo in cui ho letto i miei romanzi preferiti. Durante l'estate dei miei quindici anni mi innamorai di Stephen King e del suo Desperation. In barba a mia madre, che non voleva leggessi romanzi horror, portai a casa dalla biblioteca proprio un romanzo del Re del Brivido. E fu, senza ombra di dubbio, un colpo di fulmine.
Ma ci sono molti altri episodi, tutti accomunati da notti insonni a divorare romanzi, una successione infinita di pagine, storie, personaggi nei più disparati formati. Dal romanzo al fumetto, senza esitazione né dubbi, con la fluidità disarmante del lettore che non si ferma davanti a niente pur di godersi un'altra straordinaria avventura. Per anni sono stata una lettrice appassionata, pronta a consigliare romanzi che fossero adatti a chi mi trovavo davanti; pronta a regalare un libro appena se ne fosse presentata l’occasione.
Il mio incontro con la libroterapia umanistica arrivò nel 2020, quando presi parte a un laboratorio di Chiara Sinchetto e, da lì, fu amore a prima vista. Ho seguito i laboratori di Chiara e poi quelli di Rachele Bindi, che è stata anche la mia formatrice, con cui – nel 2021 – sono diventata ufficialmente facilitatrice in libroterapia umanistica.
La parola "terapia" deriva dal greco antico "therapeia" che significa "servizio, culto; cura, trattamento".
Utilizzata spesso in campo medico, in un contesto generico assume il significato di "avere cura", di supporto, non di guarigione. Ed è l'accezione su cui si muove la libroterapia umanistica: un sostegno alla crescita personale.
La libroterapia non è una professione riconosciuta, ma un metodo dove la lettura diventa possibilità di esplorarsi e riscoprirsi attraverso un’attività che non è solo intellettuale ma diventa esperienziale: per questo si parla di libroterapia come un metodo di lettura attivo. La lettura attiva ci permette di affrontare un romanzo interiorizzandone situazioni, emozioni, personaggi e permettendoci, grazie ai neuroni specchio, di fare nostro quel materiale narrativo e rielaborarlo.
Spesso, quando leggiamo, ci lasciamo coinvolgere dalla storia e non siamo consapevoli di ciò che accade dentro di noi durante il viaggio. Leggiamo per piacere e passiamo al romanzo successivo senza farci troppe domande. Tutt’al più, siamo pronte a dire se un romanzo è scritto bene o scritto male, se un personaggio ha una buona caratterizzazione, se la storia è credibile o fa acqua da tutte le parti. La libroterapia richiede un’attenzione differente: utilizzare la storia che abbiamo tra le mani per riflettere – in un gioco di specchi – su noi stesse.
I benefici della libroterapia umanistica sono diversi.
Ciò di cui non si occupa la libroterapia umanistica è l’ambito di applicazione clinico. Queste sono anche le differenze tra un bookclub e un percorso di libroterapia umanistica: lo scopo, i riflettori puntati su di noi.
In che modo nasce un laboratorio di libroterapia? Credo che ogni percorso sia un viaggio a sé, nato dalle intuizioni e dalle connessioni di chi, quel laboratorio, l’ha progettato, grazie alla creatività, all'esperienza a alla nostra storia come lettori.
Questa è la mia metodologia di lavoro.
Per progettare i miei laboratori parto da un tema e ne ricerco la matrice nel mito. Quando ne scorgo l'origine, vado a caccia di letture. Attingo ai generi letterari che amo, o non potrei condurre i laboratori con l'entusiasmo che mi porta a raccontare storie, aneddoti, ispirazioni che spostano lo sguardo dentro e fuori dalla lettura. Dal romanzo a noi stesse.
Il percorso si snoda e si arricchisce nei mesi di preparazione. Che siano saggi e ricerche di documentazione, i romanzi che faranno parte del percorso o quelli che verranno poi scartati, ogni lettura diventa materiale laboratoriale. Prendo appunti, annoto domande su cui poi mi soffermo per trovare la mia risposta e mi domando "e il gruppo, cosa penserà?"
Non visualizzo ancora le lettrici che ne faranno parte, ma conosco le loro caratteristiche.
Hanno una spiccata curiosità.
Un amore viscerale per la lettura e le parole.
Sono alla ricerca di nuovi stimoli per conoscersi come donne.
Hanno il desiderio di sentirsi libere, in uno spazio protetto, dove condividere ogni riflessione senza mai sentirsi giudicate, o inadatte. Non hanno paura di uscire dalla propria zona di comfort e mettersi in discussione.
Un laboratorio di libroterapia umanistica può essere un percorso individuale o di gruppo. Credo molto nella forza della condivisione e, per questo motivo, nella mia proposta sono presenti solo percorsi gruppali. L’incontro di gruppo è la parte più coinvolgente e forte, perché l'esperienza di lettura di ognuna arricchisce in modo esponenziale quella di tutte le altre. Quanto è bello poter parlare in libertà di un libro, sapendo che altre persone l'hanno letto nello stesso momento in cui l'abbiamo letto noi? Senza giudizi o pregiudizi?
Questa è la modalità con cui si sviluppano i miei laboratori.
Prima di iniziare il nostro viaggio, chiedo sempre la compilazione di un questionario per scoprire qualcosa in più delle partecipanti, in modo da poter rimodulare il laboratorio sulla loro esperienza come lettrici. Non rilascio mai all’inizio del percorso l’intera bibliografia: per poterci concedere la gioia di fare deviazioni impreviste. Chiedo sempre alle iscritte di iniziare a tenere un diario di lettura personale.
Il primo incontro è sempre di contestualizzazione. In questo modo posso dare al gruppo tutti i riferimenti per orientarsi durante il laboratorio. Spesso è un incontro in cui affrontiamo a livello teorico il metodo libroterapico e una contestualizzazione riguardo al genere letterario che farà da filo rosso durante il laboratorio o, ancora, un’attenzione su archetipi e miti che potremo incontrare lungo il nostro cammino.
I successivi incontri sono sempre di discussione e di dialogo sul romanzo letto. Guido il gruppo attraverso esplorazioni specifiche, soffermandoci a riflettere su temi, personaggi e nodi che penso possano essere strumenti di indagine e crescita per le partecipanti. Chiudo sempre gli incontri con un piccolo rituale finale, che possa sancire la relazione con la lettura esplorata. La lettura libroterapica inizia appena abbiamo chiuso il romanzo che abbiamo tra le mani, per questo dopo ogni incontro ci sono gli esercizi creativi, per indagare ancora più a fondo ciò che è emerso dalla lettura e dalla condivisione. Possono essere attività come il disegno, aggiornare il proprio diario di lettura, esercizi di scrittura creativa. L’attività esperienziale post-lettura è importante perché aiuta a interiorizzare le nuove informazioni acquisite e chiudere il processo iniziato durante la condivisione di gruppo, ma nell’intimità della propria solitudine.
Insomma, durante i miei laboratori ti invito a:
Spesso mi viene chiesto se posso formare nuovi facilitatori in libroterapia umanistica, e la mia risposta è “no”: per questo voglio condividere il mio percorso formativo che si è sviluppato con una formazione individuale e personalizzata con la Dottoressa Rachele Bindi, Psicologa e Psicoterapeuta Junghiana, Libroterapeuta, formatrice e fondatrice del portale Libroterapia.net.
A questo, ho aggiunto un percorso di formazione individuale di filosofia durato circa 2 anni, con Manuela Limonta, filosofa e consulente filosofica.
A queste formazioni ho aggiunto una buona dose di creatività e strumenti che introduco nei miei laboratori perché l’esperienza sia quanto più completa e sensoriale:
Penso che ogni facilitatore e libroterapeuta sia la somma di tutta la sua esperienza come lettore o lettrice, del proprio approccio alle storie, indipendentemente dal medium: film, serie tv, romanzi, graphic novel, fumetti, albi illustrati. Per questo la formazione non basta: servono anche la passione, sguardo aperto, creatività.
I miei laboratori di libroterapia umanistica fanno per te se:
Qui trovi i laboratori di libroterapia umanistica che ho realizzato sino a oggi.
Se desideri far parte dei prossimi laboratori in partenza puoi iscriverti alla lista di attesa per non perdere gli aggiornamenti.
Se invece desideri avermi a un tuo evento per parlare di letteratura o per tenere laboratori e workshop nella tua libreria, con i tuoi studenti o nella tua azienda, scrivimi. Progetteremo insieme il percorso perfetto per te.
La distopia per interpretare il presente.
Viaggio alla scoperta della letteratura dell’orrore.
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.