Creatività, la nuova puntata di Connessioni.
«La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso.»
Nel 1985, Italo Calvino scrive “Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio” per il pubblico della Harvard University. Deve tenere il suo ciclo di conferenze nell’autunno dello stesso anno, ma il 19 settembre muore, lasciando cinque lezioni complete e l’ultima, solo abbozzata. Tre anni dopo, Mondadori decide di pubblicare le Lezioni Americane, convinta che contengano la visione del futuro del linguaggio e della letteratura.
«Nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e del futuro.»
Ci sono momenti in cui la vita non gira come vorremmo. Momenti in cui discernere la realtà dalla deviata visione che ne abbiamo - spesso pessimistica, di rado ottimistica, mai realistica - è dannatamente difficile. Ci sono periodi così, in cui devi rivederti e scegliere di tramutarti in un essere in divenire.
Ammettere e riconoscere i tuoi limiti, affrontare i tuoi demoni, ritrovare il baricentro del tuo microcosmo. Trasformarti nel tuo centro di gravità permanente.
La vita è così: ciclica, in un eterno rincorrersi di vita, morte e rinascita. Ti concede tutto il tempo del mondo e poi ti presenta il conto: tu puoi solo prenderne atto.
Puoi scegliere di agire o aspettare di toccare il fondo per vedere se, arrivata così in basso, sarai in grado di darti la spinta per una bella risalita.
La primavera per me arriva con le tuberose. Crochi, bucaneve, tulipani. È il simbolo del risveglio dal letargo, da sonni pesanti sotto la neve.
La primavera arriva sempre quando meno te l'aspetti: sai che è il 21 di marzo la scadenza, ma lei si fa sempre desiderare un po'. A volte arriva in anticipo, scappa per qualche giorno e ritorna, sorridente, vestita di quel sole pieno di cui sentiamo da mesi la mancanza. Come di una persona amata, di quella che diventa importante quanto respirare. Spiegare i petali a questo sole inaspettato e sorridere del colore che abbiamo addosso, ridere di gusto, con lo sguardo. Che è la cosa più bella che possiamo fare, ridere con gli occhi e non solo con la bocca.
Rileggo “Lezioni americane” di Italo Calvino, affatico gli occhi tra le lacrime sui versi di Shelley e Byron, affilo la punta della matita tra le righe di Pessoa e di qualche tragedia greca pizzicata a caso nella mia libreria. Quando si è in cerca di risposte, di un filo conduttore che colleghi tutti i puntini disseminati lungo il percorso dal destino o dalla Vita, ogni cosa che leggiamo, costruiamo, facciamo, ci dona uno spunto di riflessione. È così che è nato Connessioni: alla ricerca di quelle ispirazioni necessarie per spostare lo sguardo d’osservazione in zone ancora inesplorate. Sotto la terra, dove stanno i bulbi in attesa di bucare le zolle e rifiorire.
Le sei lezioni di Italo Calvino sono:
Sono lezioni di letteratura, di scrittura, di linguistica. Di vita e di business. Ci guidano nel cambiamento, ci portano a indagare il mondo dentro e fuori di noi con le lenti di chi non si ferma mai alla prima risposta. Che ne dici se le esploriamo insieme?
«La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città.»
Leggerezza è mettere ali al pensiero, è accettare la diversità con l’umiltà dell’allievo. Quella predisposizione d’animo in cui ogni persona può insegnarci qualcosa. Sapere di non sapere. Ogni religione e mitologia ha esseri dotati di ali con la funzione di portare messaggi tra il regno degli déi e quello degli uomini; tra il regno degli déi o degli uomini, e quello dei morti. A volte, vengono chiamati eroi; altri, santi o martiri; altre ancora, déi o semidéi. Spiriti guardiani. Hanno una capacità di visione e previsione, di osservare molti uomini e molti déi e avere un’ampia visione di ciò che accade nei mondi. E tra i mondi.
Domandati:
«Nella vita pratica il tempo è una ricchezza di cui siamo avari. La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura; tutte qualità che s’accordano con una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, a perdere il filo cento volte e a ritrovarlo dopo cento giravolte.»
Per Calvino la scrittura si divide tra Vulcano e Mercurio. Il momento di Vulcano è dedito alla concentrazione che mira alla focalizzazione costruttiva. Vulcano che contempla, all'interno della bocca dell'Etna, che attende l'eruzione per forgiare la lama perfetta. Batte colpo su colpo per plasmare un pezzo unico, dalle sorprendenti doti magiche. Mercurio è leggerezza, è il coinvolgimento del mondo che ci circonda attraverso un rapporto bilaterale. Messaggero e protettore dei viaggiatori via terra, perché le ali ai piedi abbiano aderenza con la realtà.
Domandati:
«Dal momento in cui ho scritto quella pagina (Le città invisibili) mi è stato chiaro che la mia ricerca dell’esattezza si biforcava in due direzioni. Da una parte la riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti con cui si possano compiere operazioni e dimostrare teoremi; e dall’altra parte lo sforzo delle parole per render conto con la maggior precisione possibile dell’aspetto sensibile delle cose.»
Esattezza è consapevolezza. Calvino definisce l’esattezza un “valore necessario”, a fronte dell’imperante approssimazione del linguaggio. Attraverso la concentrazione di Vulcano e l'ampio sguardo di Mercurio, l'esattezza è quel qualcosa che ci spinge ad avere obiettivi, che muove i nostri passi nella giusta direzione per realizzarli. La nostra. E poi, l’esattezza è nel linguaggio, nelle informazioni e nelle azioni: pulite, cristalline, senza sbavature.
Prova a pensare a Minerva e Marte, déi della guerra. Minerva, strategica, paziente, saggia. Marte, di fuoco e sangue, di ira e rabbia furente. Sono due aspetti del portare esattezza, dell’emozione che sottende all’azione. Sono due modi di scendere in battaglia; due modi - e due moventi - d’agire. Possiamo comunicare con saggezza o furore; con strategia o emozione. Ma sempre, con la precisione che si muove sul filo della daga.
Chiediti:
«Possiamo distinguere due tipi di processi immaginativi: quello che parte dalla parola e arriva all’immagine visiva e quello che parte dall’immagine visiva e arriva all’espressione verbale.»
Tutti desiderano essere amati, compresi, notati. Visti. Nessuno ama essere messo in un angolo, nessuno vuole essere davvero confuso con quella carta da parati che fa molto Anni Ottanta. “Perché nessuno può mettere Baby in un angolo”. Come si diventa visibili? Come si può essere notati? Ma la Visibilità viene intesa da Calvino come “capacità immaginifica”, la capacità di visione. Allora, prima di ricercare la visibilità online, dovremmo domandarci dove vorremmo essere, tra dieci anni. E dove sarà il mondo, intorno a noi? In uno dei racconti della raccolta “La strega” di Shirley Jackson, una delle protagoniste dice “Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male.” Era il 1949.
C’è un mito speciale, che parla di visibilità: quello di Artemide e Atteone dove l’eroe, sorprese la dea nuda con le sue ninfe, a fare il bagno in un’antica fonte. Furente di rabbia per l’oltraggio subito, Artemide trasformò Atteone in un cervo, sguinzagliando al suo seguito, i suoi 50 cani da caccia. Atteone venne sbranato dai suoi cani, lasciando ai boschi il disperato lamento del branco, rimasto senza padrone.
Domandati:
«Da qualsiasi punto di partenza il discorso si allarga a comprendere orizzonti sempre più vasti, e se potesse continuare a svilupparsi in ogni direzione arriverebbe ad abbracciare l’intero universo.»
Per Calvino, molteplicità è sinonimo di imperfezione: non riusciremo mai a cogliere la complessità di un evento, di una storia, dell’universo. La molteplicità di un romanzo è data dai diversi focus narrativi, da molti personaggi e altrettante voci narranti, da una rete di trame che si intrecciano, da diversi piani di lettura e di narrazione. Non è così forse anche la vita? Molteplicità è possibilità di concatenazione e reminscenza, di flashback che ci ricordano quando abbiamo provato quella sensazione di disgusto, quel benessere avvolgente che sale dalla punta delle dita, quell'abbraccio al quale abbandonarci quando siamo tristi, certi di trovarvi sempre conforto.
La tragedia di Antigone, ci racconta la molteplicità. Quale legge seguire? La legge degli déi o quella degli uomini? Antigone, che diventa simbolo della ribellione contro la tirannia e rivive per millenni, passando dal teatro alla poesia. Antigone che, mossa dall’amore per il fratello ucciso in battaglia, viola le leggi dello Stato per dargli degna sepoltura, seguendo quella che è la legge degli déi.
Nel mito, c’è la possibilità di scorgere i tasselli del nostro vissuto umano. Delle nostri grandi domande esistenziali, di quel tramandarci per millenni le stesse storie, facendoci le stesse domande. Srotolare l’orizzonte vasto sino alle radici della nostra cultura dove, forse, possiamo trovare qualche risposta o, se non altro, quella reminescenza che ci consola, nel non essere soli.
Chiediti:
È la sesta lezione, quella che Italo Calvino non è mai riuscito a completare. Il titolo originario era Openness, inteso come apertura, proporzione spaziale tra uomo e mondo. Fu poi trasformata in Consistency, da tradurre con coerenza.
Rappresenta la molteplicità dell'esterno, di ciò che ci circonda. Quello che ruota attorno e scivola di lato, ci investe con violenza, ci accarezza con fare gentile. Coerenza è la concordanza con i fatti, la forma o le caratteristiche. La concordanza tra il nostro mondo interiore e quello esterno. Tra l'Io e la collettività. La coerenza verso noi stesse e i nostri valori.
Esistono molte variazioni sul mito di Persefone. Alcune versioni suggeriscono che scelse di mangiare i chicchi del melograno per poter tornare, ciclicamente, nell’Ade dal suo sposo. Altre, ci raccontano che Persefone fu costretta con l’inganno dallo stesso Ade ad assaggiare il cibo che l’avrebbe legata per metà dell’anno all’Ade e, per la restante metà, alla Terra, in compagnia della madre Demetra. Ciò che è certo, è che Kore prese il nome di Persefone solo una volta giunta nell’Ade. Ne divenne regina, sovrana dei Campi Elisi, dove aveva il diritto di far accedere solo i meritevoli e degni di valore. Persefone era Kore, la fanciulla Senza Nome. Un potenziale inespresso che prende forma e vita sotto la terra, come i bucaneve e i tulipani. Nella proporzione equa della sua apertura verso il mondo, la vita, l’adultità.
Domandati:
Ora, scegli la lezione che più ti ha colpita e crea un collage di ciò che rappresenta per te in questo momento. Quando avrai finito, tieni il collage davanti a te, per portare la forza di quel messaggio nel tuo marketing. Io, aspetto di vedere ciò che hai creato nelle tue storie di Instagram. Puoi taggarmi, come sempre, cercando alchimiadellaparola.
«La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d’ogni possibilità di realizzazione. Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione. Da quando la scienza diffida dalle spiegazioni generali e dalle soluzioni che non siano settoriali e specialistiche, la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo».
E tu, hai un obiettivo smisurato con il tuo business? Qual è? Ti lascio con le riflessioni che puoi portare con te, alla fine di questo viaggio intorno al mondo.
Per scrivere questa puntata di Connessioni, Apertura, ringrazio “Lezioni Americane” di Italo Calvino edito in Italia da Mondadori, da cui sono tratte le citazioni dell’episodio, e “La Strega” di Shirley Jackson, pubblicato in Italia da Adelphi. Infine, una menzione speciale a “I Cavalieri dello Zodiaco”, che mi hanno portata ad amare il mito e a ricercare tra le sue pagine le risposte a ogni domanda. O quasi. Se questa puntata ha destato in te curiosità, puoi scoprire Labirinti Creativi, il mio laboratorio di libroterapia umanistica che esplora il nostro rapporto con la Creatività attraverso il mito e la letteratura fantastica.
Creatività, la nuova puntata di Connessioni.
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.