I confini che proteggono il business e la vita privata
Essere organizzati non è un talento o una qualità innata che alcuni di noi possiedono dalla nascita, ma per chi è disorganizzato di natura pensarla a questo modo è molto facile. Bacchetta magica, Fata Madrina generosa – poi avrà dimenticato qualche altra cosa nella lista delle qualità – e ti trovi davanti a quelle donne che riescono a far stare tutte le cose che tu faresti in un mese in 24 ore, come se una giornata fosse la borsa di Mary Poppins in cui accatastare spunte alla to do list giornaliera.
Nella vita di un libero professionista le cose non vanno molto diversamente. Una routine da collaudare e far funzionare ogni giorno; un’attività solitaria da far convivere con gli impegni extra lavorativi, la famiglia e la vita sociale. Senza dimenticare che, a volte, di lavori se ne hanno due, in attesa che quella scintillante partita IVA decolli e ci permetta di volare lontano. Se non è il primo, è il secondo lavoro, quello che ci tiene chiusi nella stanza più silenziosa della casa sino alle due del mattino e svegliare alle sette con più nodi tra i capelli di un nido di rondini, le occhiaie da panda e occhi arrossati e gonfi da ranocchie. Ma dannatamente felici.
Questo è un lavoro indipendente: non può essere preda della disorganizzazione, lasciato la caso, ai ritagli di tempo. Nell’attività di un libero professionista servono programmazione, obiettivi costanti e misurabili da poter controllare e aggiornare, informazioni da integrare o scelte da rivedere in modo drastico.
Giugno può essere un buon punto di partenza per rivedere la strategia marketing del proprio business, fissare degli obiettivi di medio e lungo periodo e focalizzare l’attenzione su una data di partenza che sia non solo effettiva, ma anche simbolica. Vogliamo che sia il primo settembre? In questi tre mesi estivi con le vacanze e la mente sgombra dai pensieri possiamo dedicarci alla stesura del nostro piano editoriale e del business plan.
Nonostante la parola possa spaventare, il business plan è vostro amico. Che ci crediate o no, sarà lui a guidarvi nei momenti di sconforto ricordandovi i vostri obiettivi e a salvarvi quando scarseggeranno le idee.
Tecnicamente il business plan è il vostro piano di attacco. Ogni quanto tempo dovrebbe essere stilato? Io scrivo il mio una volta all’anno con una revisione trimestrale. Giusto per ricordarmi dove dovevo andare e dove sto effettivamente andando. Se sono nei tempi previsti o troppo lenta; se le attività che ho pianificato sono davvero fattibili o se devo modificarne la scadenza; se ci sono progetti che non sono più nelle mie corde o non sono adatti al tipo di strategia che ho deciso di adottare.
Il business plan ci aiuta a cambiare rotta: è una bussola e un faro, è guida e mentore al contempo. La revisione serve per monitorare in modo costante la nostra attività e ci permette di analizzare in modo oggettivo i nostri progressi. Se le vendite sono scarse la colpa potrebbe essere di una pagina servizio con un testo poco chiaro a cui correre ai ripari con un buon copywriting; potrebbe essere a causa di una errata o, perché no, dello scarso interesse da parte del nostro target. Il business plan ci offre tutte queste informazioni: per questo è importante.
I confini che proteggono il business e la vita privata
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Sono Alessia, digital strategist e facilitatrice in libroterapia umanistica. Mi occupo di strategie di comunicazione e marketing sostenibili per business al femminile. Dove al centro, ci sei tu.